Il bianco abruzzese per eccellenza, è ottenuto (come da disciplinare della DOC) oltre che con il vitigno autoctono Trebbiano Abruzzese, anche con il Trebbiano Toscano e altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nel territorio regionale.
AREA DI PRODUZIONE
Tutta la regione.
VITIGNI
Uva Trebbiano Abruzzese, Trebbiano Toscano e altri vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione nel territorio regionale (da soli o congiuntamente fino a un massimo del 15%).
INFORMAZIONI SUL VITIGNO/PROCESSO PRODUTTIVO/STAGIONALITÀ
Le uve destinate alla produzione del Trebbiano d’Abruzzo sono ottenute da vigneti ubicati in terreni collinari o di altopiano, la cui altitudine non sia superiore ai 500 metri s.l.m. ed eccezionalmente ai 600 metri per quelli esposti a mezzogiorno.
Il Trebbiano abruzzese è un vitigno a germogliamento medio-tardivo così come la maturazione che indicativamente va dal 20 settembre al 10 ottobre.
Presenta foglia media, grappolo medio-grande e conico, acino medio-grande e rotondo, buccia spessa e consistente, di colore giallo-verdolino, con puntinature marroni.
PROFILO SENSORIALE
Colore giallo paglierino, si distingue per il suo bouquet di fiori e frutta.
All’assaggio è di corpo leggero, sapido, fresco e perfettamente equilibrato.
Il finale è persistente, con un leggero retrogusto di mandorla.
ELEMENTI DI CULTURA/STORIA/IDENTITÀ/CURIOSITÀ
Le prime testimonianze scritte dell’esistenza del vitigno Trebbiano in Abruzzorisalgono al XVI secolo quando Andrea Bacci, nella sua opera “De naturali vinorum historia”, segnala la presenza nel Fucino e nell’area Peligna di un vino ottenuto da uve Trebulanum.
I vitigni della famiglia dei Trebbiani, tuttavia, sono noti in Italia e in Abruzzo fin dall’epoca romana. Il loro nome deriva da “Trebula”, ossia fattoria (Plinio il vecchio descrive un “Vinum Trebulanum”, che starebbe per “vino di paese”, o “vino casareccio” prodotto nei poderi o fattorie di campagna e utilizzato dagli stessi contadini).
Oggi un gran numero di vitigni hanno la denominazione di Trebbiano, spesso accompagnato da un nome geografico che dovrebbe indicare il luogo di origine o di maggior diffusione, ma tentare di descriverne le differenze è impresa difficile, come ci ricorda l’ampelografo del primo ‘900 Giuseppe di Rovasenda e più tardi Marzotto. Per molti anni il Trebbiano abruzzese è stato confuso con il Bombino bianco tanto che nel disciplinare di produzione del “Trebbiano d’Abruzzo” approvato nel 1972 era indicato che il vino “deve essere ottenuto dalle uve provenienti da vigneti composti dai vitigni Trebbiano d’Abruzzo (Bombino bianco) e/o Trebbiano toscano…”.
Questi vitigni costituiscono di fatto la base fondamentale del vino bianco a denominazione più importante e diffuso della regione Abruzzo, il cui disciplinare è stato più volte adeguato per meglio rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più attento alla qualità.
A garantire il rispetto del Disciplinare di produzione del Trebbiano d’Abruzzo DOC è il Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo.
Oltre al Trebbiano d’Abruzzo DOC, le altre denominazioni presenti nel chietino relative il Trebbiano abruzzese sono:
- Abruzzo DOC
- Ortona DOC
- Terre Tollesi DOC
- Colli del Sangro IGT
- Colline Frentane IGT
- Colline Teatine IGT
- Del Vastese (o Histonium) IGT
- Terre di Chieti IGT
IN CUCINA/ABBINAMENTI
Antipasti di verdure, pesci d’acqua dolce e di mare, uova, fritture.
Temperatura di servizio 10°/12°.
ACCREDITAMENTI
Guide Gambero Rosso, Slow Wine, Vitae Ais.
APPROFONDIMENTI
Il Disciplinare del Trebbiano d’Abruzzo DOC.
[Crediti | Foto di www.sangroaventinoturismo.it]