Skip links

Serpentone

Tipico di Fara Filiorum Petri, il serpentone (localmente “lu serpendone”) è un’antica preparazione che prende il nome dalla sua forma che ricorda appunto quella di un serpente arrotolato su se stesso.
Ne esistono due varianti: la prima dalla superficie chiara ricoperta da una glassa di albume e zucchero, e la seconda più scura con cioccolato. 

AREA DI PRODUZIONE
Il borgo di Fara Filiorum Petri in provincia di Chieti.

INGREDIENTI
Gli ingredienti utilizzati sono gli stessi per entrambe le versioni: uova, farina, olio extravergine di oliva, vino bianco e zucchero per realizzare l’impasto esterno che oggi non è più farcito col sanguinaccio ma con la confettura d’uva, cioccolato, noci, mandorle, mosto cotto, buccia di agrumi e aromi naturali.

PROCESSO PRODUTTIVO
La lavorazione avviene impastando gli ingredienti per la pasta frolla dell’involucro e realizzando a parte la farcitura; la pasta frolla viene poi stesa, ricoperta con uno strato di ripieno, arrotolata a formare il serpente e cotta in forno.  Si conserva per diversi giorni, senza perdere la sua fragranza.

PROFILO SENSORIALE           
Tagliando a fette il dolce, se ne osserva lo strato esterno simile a una pasta frolla molto tenera, farcita col ripieno dalla consistenza morbida e molto profumata.

ELEMENTI DI CULTURA/STORIA/IDENTITÀ/CURIOSITÀ
A Fara Filiorum Petri la preparazione del serpentone cadeva in coincidenza della “maialatura” ovvero la macellazione del maiale; infatti per la farcitura del dolce un tempo era utilizzato  il sanguinaccio.            Ancora oggi, è preparato in occasione della festa di Sant’Antonio, il 17 gennaio. La notte precedente a Fara vengono accese le famose “farchie”: altissimi fasci di canne realizzati dalle diverse contrade e lasciati ardere tutta la notte in memoria del miracolo del santo che salvò il paese dall’assedio francese nel 1799.

IN CUCINA/ABBINAMENTI
Dolce preparato nel periodo invernale, in particolare durante la Festa di Sant’Antonio. Si può apprezzare a fine pasto.

ACCREDITAMENTI
Assente. Si raccoglie un’autodichiarazione del titolare su origine e metodi di produzione.

[Crediti | Foto di Marianna D’Angelo]