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’Ndurciullune

Pasta fresca della tradizione pastorale-contadina, lavorata a mano, a base di semola di grano duro e farina di grano tenero, tagliata in spaghetti lunghi e spessi a sezione rettangolare.
Ricorda i maccheroni alla chitarra, ma nell’impasto non contempla le uova. La si può apprezzare condita con un corposo sugo di carne di castrato o di pecora.   

AREA DI PRODUZIONE
In provincia di Chieti, nel territorio compreso tra Lanciano e Cupello.

INGREDIENTI
Semola di grano duro, farina di grano tenero, acqua, sale.

PROCESSO PRODUTTIVO
L’impasto si ottiene aggiungendo alla miscela, formata dal 70% di semola e il 30% di farina, un 40-50 % di acqua con un pizzico di sale. Dopo aver ben lavorato e amalgamato l’impasto, lo si lascia riposare. La fase successiva prevede la riduzione in sfoglia dell’impasto con l’ausilio di un matterello. La sfoglia ottenuta viene tagliata a mano con la “chitarra”, un telaio di legno su cui sono tesi dei fili di acciaio: la sfoglia viene poggiata e rullata con forza con il matterello, così che i fili d’acciaio la taglino in “spaghetti“ a sezione rettangolare.

PROFILO SENSORIALE
Pasta lunga e spessa dalla superficie ruvida.

ELEMENTI DI CULTURA/STORIA/IDENTITÀ/CURIOSITÀ
Pasta diffusa sul territorio che un tempo era attraversato dall’antico Tratturo Magno (L’Aquila-Foggia), compreso nel tratto tra Lanciano e Cupello. Nasce con la complicità della transumanza, dall’incontro tra civiltà contadina e pastorale.

IN CUCINA/ABBINAMENTI
Per poterli gustare appieno gli ’ndurciullune vanno conditi con sugo a base di carne di castrato o di pecora.

ACCREDITAMENTI
Assente. Si raccoglie un’autodichiarazione del titolare su origine e metodi di produzione.

[Crediti | Foto di Carmelita Cianci]