Il Fico Reale di Atessa ha storia antica che ne attesta la coltura e l’essiccazione sin dall’epoca romana.
Conosciuto anche come “caracìne”, è una varietà a polpa bianca e a polpa rossa, dalla forma leggermente sferica, con superficie rugosa, colore verde giallastro chiaro, polpa succosa, profumo intenso e sapore mielato
AREA DI PRODUZIONE
L’area collinare dei Comuni di Atessa, Torino di Sangro, Archi, Perano e Paglieta, in provincia di Chieti.
INGREDIENTI
Fichi “caracine”, gherigli di noce, alloro.
PROCESSO PRODUTTIVO/STAGIONALITÀ
I fichi sono raccolti a mano e lavorati tra agosto e settembre, lasciati essiccare su graticci di canne (i cannizzi), farciti con un gheriglio di noce locale, infornati e quindi conservati, insieme a foglie di alloro, in barattoli di vetro in un luogo asciutto per almeno un mese.
Sono commercializzati a partire dal mese di ottobre.
PROFILO SENSORIALE
Hanno forma leggermente sferica, una superficie rugosa, colore verde giallastro chiaro, polpa succosa e carnosa, profumo intenso e sapore mielato.
ELEMENTI DI CULTURA/STORIA/IDENTITÀ/CURIOSITÀ
I fichi secchi reali di Atessa risalirebbero al I secolo a.C., se ne ha testimonianza nella località di Acquachiara, villaggio dove un tempo convivevano Romani e Sanniti e nello specifico la comunità dei Carricini, una delle quattro tribù che costituivano il popolo dei Sanniti. Da qui l’origine del termine dialettale “caracìne”, riferito al fico locale.
Esistono notizie storiche sulla produzione e il commercio dei fichi secchi di Atessa sin dal Medioevo, e successivamente sono citati nel Dizionario geografico-ragionato del 1797 del Regno di Napoli, e nel Nuovo Dizionario di geografia universale, del 1858.
Alla storia di Atessa è legata anche la varietà reale stessa. Nel 1819 si scrive: “il fico reale, o di Versailles, è quasi rotondo, bianco. È abbondantissimo, ma non buono se non secco: i terreni asciutti meglio convengono a questo”.
In passato i fichi secchi erano utilizzati nella preparazione del torrone, menzionato persino come prodotto tipico di Atessa nei resoconti esteri del Ministero per il commercio dell’impero Asburgico, nel 1914.
I fichi “caracìne” hanno svolto un ruolo importante nell’economia locale fino agli anni ’70, poi l’avvento dell’industria in Val di Sangro ha messo in crisi la produzione agricola.
Oggi alcune piccole realtà hanno deciso di recuperare la coltivazione del fico reale, si sono riunite in un’associazione e si sono date un disciplinare. Dal 2015 il fico reale di Atessa è un Presidio Slow Food.
IN CUCINA/ABBINAMENTI
Utilizzati soprattutto nella preparazione di dolci, condimento per carni, pani e biscotti.
I “caracìne” sono anche trasformati per realizzare confetture, fichi canditi e torroni.
ACCREDITAMENTI
Presidio Slow Food.
APPROFONDIMENTI
Fondazione Slow Food.
Slow Food Abruzzo.
[Crediti | Foto di Riccardo Menna]