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Celli pieni

I celli pieni sono fragranti tarallucci di sfoglia croccante realizzati con vino e olio e farciti con mandorle e confettura d’uva. Apprezzati in tutta la regione, per forma ricordano un uccelletto, versione oggi meno diffusa, mentre è più comune quella di un tortellone o di un taralluccio.

AREA DI PRODUZIONE
Tutta la regione. In provincia di Chieti sono particolarmente diffusi nel vastese, nell’area frentana e a San Vito Chietino.

INGREDIENTI
Per la sfoglia: farina ‘00, vino bianco secco (Trebbiano), olio extravergine d’oliva, limone grattugiato e zucchero.
Per il ripieno: confettura d’uva, mandorle tostate, cacao amaro, mosto cotto.

PROCESSO PRODUTTIVO
Per il ripieno, è necessario incorporareallaconfettura d’uva, mandorle tostate, cacao amaro e mosto cotto. Il composto deve riposare qualche ora. Per la sfoglia si realizza un impasto con farina ‘00, vino bianco, olio extravergine d’oliva, limone grattugiato e zucchero. Una volta pronta, si tira la pasta con l’ausilio di un mattarello o una macchinetta. Si ricavano così delle strisce larghe sulle quali si adagia il ripieno. Quindi si chiude la sfoglia, schiacciando bene i bordi, si taglia la pasta con l’aiuto di una rotella e si ottiene una mezzaluna. Si uniscono le estremità e si immerge il taralluccio ottenuto nello zucchero semolato, così da ricoprire tutta la superficie da un lato. Infine si inforna a 180°C per 15/20 minuti, fino a quando i celli pieni non risulteranno dorati.

PROFILO SENSORIALE
La sfoglia si presenta croccante e fragrante, al palato il ripieno è intenso, si sentono la mandorla e la confettura d’uva, sul finale si avverte una leggera e piacevole nota aspra.

ELEMENTI DI CULTURA/STORIA/IDENTITÀ/CURIOSITÀ    
Le versioni di celli pieni presenti sul territorio regionale sono tante e ogni paese ha la sua variante che si caratterizza per forma e dimensioni del formato, per l’utilizzo o meno delle uova nell’impasto o delle confetture miste nel ripieno, insieme all’irrinunciabile ragnata.
A San Vito Chietino, i “celli pieni”, sono un vero must e rappresentano da sempre un dolce natalizio che in un’epoca non troppo lontana veniva preparato da ogni famiglia in occasione del matrimonio della figlia: se ne riempivano canestri che accompagnavano la ragazza che lasciava, sposandosi, il nido familiare per costruirne uno nuovo da riempire, da qui il nome celli pieni.

IN CUCINA/ABBINAMENTI
Si può gustare a fine pasto o in qualunque occasione conviviale.

ACCREDITAMENTI
Assente. Si raccoglie un’autodichiarazione del titolare su origine e metodi di produzione.

[Crediti | Foto di www.sangroaventinoturismo.it]