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Salumi

Annoia
Annoia

Annoia

L’annoia è un insaccato della tradizione abruzzese, in particolare del chietino – ortonese, è il risultato di quella saggezza rurale che ha trovato il modo di utilizzare tutte le parti del maiale.Per aspetto ricorda la salsiccia ed è realizzata con le interiora del maiale aromatizzate con peperoncino piccante, aglio, semi di finocchio e bucce di arancia.Si consuma fresca, oppure cotta arrosto o in padella con aggiunta di vino bianco AREA DI PRODUZIONEProvincia di Chieti.       INGREDIENTI Interiora del maiale (stomaco e budella). Sale, peperoncino piccante, aglio, semi di finocchio, bucce di arancia.      PROCESSO PRODUTTIVOLa preparazione prevede che parti dello stomaco e le budella del maiale, precedentemente ben pulite con acqua e farina di mais, siano bollite per circa due ore; successivamente vengono tagliate a striscioline e amalgamate bene con sale (20-22 gr. Per kg) e aromi, di solito in quantità variabile secondo la zona di produzione. Insaccata nel budello di maiale, l’annoia è appesa per alcuni giorni in locali riscaldati dal camino. PROFILO SENSORIALEL’aspetto ricorda quello della salsiccia, la consistenza è morbida, il saporeè tipico e la sua intensità varia in funzione della quantità degli aromi utilizzati nella preparazione. ELEMENTI DI CULTURA/STORIA/IDENTITÀ/CURIOSITÀE’ uno degli insaccati tipici della norcineria locale, il risultato di quella saggezza rurale che ha trovato il modo di utilizzare parti del maiale solitamente scartate. Tradizionalmente l’annoia è preparata durante l’inverno, tra dicembre e gennaio.          IN CUCINA/ABBINAMENTIL’annoia non viene stagionata, ma consumata dopo pochi giorni dalla preparazione, cotta alla brace o saltata in padella con vino bianco. ACCREDITAMENTIAssente. Si raccoglie un’autodichiarazione del titolare su origine e metodi di

Salsiccia a campanella di carne
Salsiccia a campanella di carne

Salsiccia a campanella di carne

La salsiccia a campanella di carne è un insaccato tradizionale dalla breve stagionatura, contraddistinto dalla tipica forma a ferro di cavallo oppure a “U”, che ricorda le campane che si mettevano ai bovini quando si portavano al pascolo.        Viene realizzata con tagli freschi del maiale come spalla, pancetta, rifilature magre di prosciutto e parti di grasso. La carne, tritata grossolanamente, è condita con sale e pepe macinato, impastata, insaccata nel budello di suino e lasciata stagionare per un mese.Le salsicce possono essere consumate subito o entro un periodo di tempo variabile se conservate sott’olio, in strutto o sottovuoto. AREA DI PRODUZIONEProvincia di Chieti, in particolare la Media – Alta valle del Sangro Aventino e della Maiella Orientale. INGREDIENTI Tagli suini freschi come spalla, pancetta, rifilature magre di prosciutto, con parti di grasso tra il 25% e il 35% sul totale. Sale marino, pepe macinato. PROCESSO PRODUTTIVO     La salsiccia a campanella è realizzata con tagli suini freschi come spalla, pancetta, rifilature magre di prosciutto, con parti di grasso tra il 25% e il 35% sul totale. Selezionati i tagli si lasciano sgocciolare per alcune ore, dopodiché si procede con la macinatura della carne attraverso le apposite trafile. Quindi si prepara l’impasto con sale, pepe nero macinato ed eventualmente l’aggiunta di altre spezie. L’insaccatura avviene utilizzando il budello naturale di bovino o suino della lunghezza di 45-50 cm e le estremità sono legate con un unico spago.          Questa legatura conferisce al salume la caratteristica forma ad U (campanella). La stagionatura, di circa 30 giorni, avviene in un ambiente naturale o in cella.    Può essere conservata sottovuoto, sotto strutto o sottolio. PROFILO SENSORIALEAl taglio si presenta di colore rosso amaranto, di impasto con grana media o grossa. Il sapore è tipico e caratteristico. ELEMENTI DI CULTURA/STORIA/IDENTITÀ/CURIOSITÀL’area di produzione della salsiccia a campanella di carne include il territorio della provincia di Chieti e in particolare della Media – Alta valle del Sangro Aventino e della Maiella Orientale. Nella stessa zona viene prodotto un salume, conosciuto come “scarte”, con le stesse metodiche e gli stessi ingredienti della salsiccia a campanella di carne.         In questa variante il salume è lungo anche un metro e viene fatto stagionare appeso a spirale ad un bastone, il prodotto finito ha forma a “U” ma, a differenza della campanella di carne, presenta le estremità tagliate verticalmente e non legate da spago. IN CUCINA/ABBINAMENTILe salsicce di carne possono essere consumate fresche (cotte sulla brace) o stagionate (come antipasto). ACCREDITAMENTIAssente. Si raccoglie un’autodichiarazione del titolare su origine e metodi di produzione. [Crediti | Foto di Scuola del Gusto

Salsiccia a campanella di fegato
Salsiccia a campanella di fegato

Salsiccia a campanella di fegato

La salsiccia di fegato è un insaccato tradizionale dalla breve stagionatura, contraddistinto dalla tipica forma a ferro di cavallo oppure a “U”, che ricorda le campane che si mettevano ai bovini quando si portavano al pascolo.   Si ottiene con il fegato, la milza, il polmone, ventresca e guanciale e la carne, tritata grossolanamente, viene condita con sale, peperoncino, buccia d’arancia e aglio.Le salsicce possono essere consumate subito o entro un periodo di tempo variabile se conservate sottolio, in strutto o sottovuoto. AREA DI PRODUZIONEProvincia di Chieti, in particolare la Media – Alta valle del Sangro Aventino e della Maiella Orientale. INGREDIENTI Tagli di fegato, presenti in quantità predominante, e cuore, lingua, reni, milza, guanciale, pancetta e polmone. Il grasso proviene dal guanciale, dalla pancetta e dalla gola nella misura del 25-35 %. Sale marino, pepe macinato (facoltativo), peperoncino piccante secco, peperoncino dolce secco (facoltativo), aglio disidratato o fresco, buccia d’arancia.        PROCESSO PRODUTTIVO     La salsiccia a campanella di fegato è realizzata oltre che con tagli di fegato, presenti in quantità predominante, con cuore, lingua, reni, milza, guanciale, pancetta e polmone.       Il grasso proviene dal guanciale, dalla pancetta e dalla gola nella misura del 25-35 %.    Il fegato e le altre frattaglie vengono tagliate al coltello o macinate con le apposite trafile. Effettuata la macinatura si prepara l’impasto con sale, pepe nero macinato, aglio, peperoncino piccante, scorza di arancia e l’eventuale aggiunta di altre spezie.      L’insaccatura avviene utilizzando il budello naturale di bovino o suino della lunghezza di 45-50 cm e le estremità sono legate con un unico spago. Questa legatura conferisce al salame la caratteristica forma ad U (campanella). La stagionatura, di circa 30 giorni, avviene in un ambiente naturale o in cella.    Può essere conservata sottovuoto, sotto strutto o sottolio. PROFILO SENSORIALEAl taglio si presenta di colore vinaccia scuro, di impasto con grana media o grossa.Il grasso è di colore tendente al bianco e/o aranciato, riconducibile alla presenza di peperone. Il sapore è tipico e caratteristico. ELEMENTI DI CULTURA/STORIA/IDENTITÀ/CURIOSITÀ    L’area di produzione della salsiccia a campanella di fegato include il territorio della provincia di Chieti e in particolare della Media – Alta valle del Sangro Aventino e della Maiella Orientale. Nella stessa zona viene prodotto un salume, conosciuto come “scarte”, con le stesse metodiche e gli stessi ingredienti della salsiccia a campanella di fegato.       In questa variante il salume è lungo anche un metro e viene fatto stagionare appeso a spirale ad un bastone, il prodotto finito ha forma a “U” ma, a differenza della campanella di fegato, presenta le estremità tagliate verticalmente e non legate da spago. IN CUCINA/ABBINAMENTILe salsicce di fegato possono essere consumate fresche (cotte sulla brace) o stagionate (come antipasto). ACCREDITAMENTIAssente. Si raccoglie un’autodichiarazione del titolare su origine e metodi di produzione. [Crediti | Foto di Scuola del Gusto

Salsicciotto Frentano
Salsicciotto Frentano

Salsicciotto Frentano

Il salsicciotto frentano è un salume storicamente legato al territorio dell’Alta e Media valle del Sangro e dell’Aventino, area collinare alle pendici orientali della Maiella, lungo il corso del fiume Sangro, che va da Lanciano a Casoli fino a Montenerodomo.Contraddistinto dalla forma di un piccolo parallelepipedo irregolare, il salsicciotto è realizzato solo con i tagli pregiati del maiale (prosciutto, spalla e lombo) e le carni, macinate a grana media, sono conciate con sale e pepe. La sua stagionatura può arrivare fino a tre mesi e, come tutti i salumi realizzati in modo tradizionale, ha una produzione invernale. AREA DI PRODUZIONEAlta e Media valle del Sangro e dell’Aventino. INGREDIENTI Tagli magri pregiati come prosciutto, spalla, lombo e capocollo; la parte grassa non supera mai il 10-20% del totale.  Sale marino, pepe. PROCESSO PRODUTTIVOInsaccato di carne di maiale realizzato con tagli magri pregiati: prosciutto, spalla, lombo e capocollo; la parte grassa non supera mai il 10-20% del totale. Le carni sono macinate a grana media e conciate con sale e pepe. L’impasto è insaccato nel budello naturale e legato manualmente alle estremità con uno spago. Se ne ottiene un salame di circa 25 centimetri che viene lasciato riposare alcuni giorni. Dopo il quinto, sesto giorno viene sottoposto a pressatura sotto grandi tavole in legno fino ad assumere la forma di un piccolo parallelepipedo irregolare.         La stagionatura può arrivare fino a tre mesi, mentre la conservazione avviene sotto strutto o sottolio. PROFILO SENSORIALEAl taglio si presenta di colore rosso scuro, con l’impasto a grana media o grossa, il grasso è di colore bianco con grani e/o frammenti di pepe nero. Il sapore è caratteristico e tipico. ELEMENTI DI CULTURA/STORIA/IDENTITÀ/CURIOSITÀIl salsicciotto ha tradizione antichissima sul territorio, tanto da essere è già citato nel 1592 negli “Antichi Capitoli della città di Lanciano”. Un’altra testimonianza è presente nel libro (XVIII secolo) dell’introito generale del Convento di Santa Chiara a Lanciano.        Nel 2010 è stata costituita l’associazione “Comunità dei Salumi Frentani” che ha realizzato un marchio e si è data un disciplinare produttivo. Nello stesso anno il Salsicciotto Frentano è diventato Presidio Slow Food. IN CUCINA/ABBINAMENTIPerfetto come antipasto, spuntino o aperitivo, lo si può accompagnare con un Montepulciano d’Abruzzo o un Cerasuolo d’Abruzzo. ACCREDITAMENTIPresidio Slow Food. APPROFONDIMENTIFondazione Slow Food.Slow Food Abruzzo. [Crediti | Foto

Ventricina del Vastese
Ventricina del Vastese

Ventricina del Vastese

Protagonista indiscusso della tradizionale maialata (il rito dell’uccisione del maiale e la produzione di diverse tipologie di salumi e insaccati), la Ventricina del Vastese è un insaccato pregiato, con storia e lavorazione peculiare, preparato con le parti più nobili del maiale tagliate a punta di coltello, in pezzi di grana grossa conditi con sale, peperone dolce e piccante e fiore di finocchio. Contraddistinto da una lunga stagionatura, ha un aroma fragrante con un sapore leggermente dolce o piccante. La Ventricina, in passato, era ottenuta da maiali rustici, neri o rossi, e veniva consumata nei momenti più importanti della vita rurale, come la mietitura e la vendemmia. AREA DI PRODUZIONEMedio e Alto Vastese, in provincia di Chieti. INGREDIENTI Tagli nobili del maiale (lombo, coscia, spalla, guanciale e pancetta). La percentuale di carne grassa si aggira intorno al 10-15%.           Sale, peperone dolce, peperone piccante, semi o fiore di finocchio. PROCESSO PRODUTTIVOLa carne per l’impasto, perfettamente dissanguata, scotennata, disossata e mondata dalle principali frazioni connettivali, è tagliata a punta di coltello in pezzi di grana grossa. A questa si aggiungono sale, peperone dolce e piccante in polvere, fiore di finocchio. Il passo successivo è quello del riempimento delle vesciche, passaggio delicato in quanto è importante non lasciare vuoti d’aria che potrebbero compromettere il risultato finale. Ottenuta una palla ovale di uno o due chili, si procede con la legatura e l’applicazione di una rete per alimenti.          La Ventricina è un salume di lunga stagionatura: fa un primo passaggio di 40-60 giorni, poi un’immersione nello strutto per limitare il calo di peso e un ulteriore periodo di stagionatura che può arrivare fino a 10-12 mesi. PROFILO SENSORIALELa Ventricina ha taglia grande e forma irregolare tendente all’ovale. Al taglio si presenta di grana grossa, con la caratteristica colorazione rosso arancio che conferisce il peperone. L’aroma è fragrante e tipico, a volte si avvertono note agrumate derivanti dalla consuetudine di lavare le vesciche per l’insacco con acqua e agrumi, in particolare il cetrangolo (arancio selvatico amaro). Il sapore è dolce o piccante. ELEMENTI DI CULTURA/STORIA/IDENTITÀ/CURIOSITÀÈ denominata del Vastese per via dello stretto legame che ha con il suo territorio d’origine: la zona di produzione coincide con l’area compresa tra i fiumi Trigno e Sinello, nei comuni del Medio e Alto Vastese con altimetrie comprese tra i 200 ei 1.000 metri. Nel “Vocabolario dell’uso abruzzese” del 1880, Gennaro Finamore definisce la Ventricina “salame di carne porcina insaccata nella trippa”. Infatti in passato la carne era insaccata nel ventre del maiale, ottenendo dei palloni di carne ovale che pesavano anche 15 kg.Dal “Vocabolario dell’uso abruzzese” del Finamore si evince che la prima attestazione storico – lessicale della ventricina, risale al 1880, tuttavia già a partire dal 1811, nell’Abruzzo Citra (provincia in larga parte coincidente con quella di Chieti), la Statistica Murattiana cita un insaccato riconducibile alla Ventricina, ma trattato solo con semi di finocchio. Non c’è quindi menzione del peperone secco, che soltanto dalla metà del XIX secolo comincerà a diffondersi divenendo essenziale nella lavorazione delle carni. IN CUCINA/ABBINAMENTILa Ventricina si consuma affettata grossolanamente, perfetta con un calice di Cerasuolo d’Abruzzo; in cucina, nell’entroterra vastese, si utilizza tagliata a tocchetti per arricchire corposi sughi, il condimento ideale per le sagne a pezze. ACCREDITAMENTIPresidio Slow Food. APPROFONDIMENTIVentricina del Vastese.Fondazione Slow Food. [Crediti | Foto di Scuola del Gusto